Damiano: “Gli attacchi di rabbia e la vita senza affetti. Col diving ho trovato calma ed equilibrio”
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“Sono sempre stata una persona con un temperamento irascibile e negli anni ho provato a smussare la mia rabbia. Poi mia madre dopo 40 anni di matrimonio si separa da mio padre e io capisco che tutta la mia collera nasceva proprio lì, dal rapporto conflittuale che ho sempre avuto con lei”. Inizia così la mail che arriva alla redazione da parte di Damiano E., un nome di fantasia scelto da un 35enne che oggi viaggia per il mondo facendo l’istruttore subacqueo. “Al diving devo la mia rinascita: mi ha aiutato ad avere maggior autocontrollo, a calmarmi e a vivere una vita più tranquilla”.
Un rapporto conflittuale con la madre
“Sono figlio unico e con mia madre Giovanna ho sempre avuto un rapporto di odio e amore. È stata una donna assente. Il suo lavoro, a cui è sempre stata devota, l’ha portata lontano da me tante, troppe volte, quando ero un bambino. Con me c’erano le tate e mio padre, anche lui abbastanza preso dalla sua professione, ma almeno la sera ogni tanto mi addormentava raccontandomi le favole. Ho sempre desiderato che l’amore di mia madre non fosse una conquista, perché ogni volta che tornava a casa facevo di tutto per compiacerla, attirare la sua attenzione, trovare conferme che mi volesse bene. Un lavoro interiore che solo da adulto ho capito, mentre quando ero un bambino cercavo di rendermi visibile e amabile ai suoi occhi. Il punto è che, dentro di me, pian piano è cresciuta una rabbia nei suoi confronti che non ho mai voluto ammettere perché non mi sentivo sicuro del suo affetto. L’ho compreso solo dopo, quando ormai ero un ragazzo adulto e ho dovuto affrontare questa collera perenne che, più di una volta, mi ha ingarbugliato la vita”.
La rinascita dopo la separazione dei genitori
“Sono cresciuto mettendomi la maschera del bravo bambino quando ero con mia madre, ma con il resto del mondo gestire la mia ira non era facile. Litigavo spesso con mio padre, a scuola sono stato una testa calda e neanche lo sport mi faceva scaricare questa aggressività che avevo difficoltà a controllare. Fortunatamente non mi sono mai infilato in casini seri, ma più crescevo più sentivo che questo “gemello” iracondo che avevo dentro di me, avrebbe potuto darmi problemi seri se non l’avessi governato. Tutti pensavano che fossi solo un ragazzo inquieto e a lungo mi sono sentito sbagliato. Poi cinque anni fa, avevo 30 anni, mia madre mi chiama e mi dice che mi deve parlare urgentemente. E ovviamente mi precipito da lei. “Ho preso una decisione importante: ho chiesto la separazione a tuo padre. Non è un segreto per nessuno che il nostro matrimonio si è trascinato per tutti questi anni e io non voglio più fare l’ipocrita. Ho un amante da tantissimi anni, tuo padre lo sapeva e ha accettato la mia relazione. E ora che siamo diventati anziani, voglio vivere accanto a lui alla luce del sole”, mi informa mia madre, con il suo solito atteggiamento freddo. Io resto senza parole e il bambino bisognoso di affetto che non ha mai smesso di albergare in me riappare con tutta la sua sofferenza e la sua rabbia: mi stava abbandonando di nuovo, e con me mio padre e tutta la nostra famiglia. Ora mi spiegavo tutte le sue assenze e mancanze, aveva preferito il suo amante a noi. Poiché non mi stava chiedendo un parere, ma mi rendeva semplicemente partecipe delle sue decisioni, poco dopo mi ha liquidato con un bacio sulla guancia. Sono uscito da casa sua con le lacrime agli occhi e la voglia di spaccare tutto. Mi ripetevo di stare calmo, ma una volta arrivato a casa sono diventato una furia, me la sono presa con mobili, vasi e quadri. Un raptus forte e violento, ma che mi ha risvegliato da un lungo incubo. Non potevo più vivere così, dovevo liberarmi del mio gemello interiore pieno di aggressività”.
Una vita più pacata con il diving
“Il mare è una mia grande passione e guardarlo mi ha sempre dato un senso di tranquillità. All’epoca ero un pr freelance, così ho preso il computer e me ne sono andato alla nostra casa al mare per riordinare le idee. Un giorno un vecchio amico mi dice che ha aperto un centro di immersioni in zona: “Dai vieni con me, magari ti piace!”. Avrei detto mille no prima, ma ora avevo bisogno di qualcosa che mi distraesse così ho accettato senza pensarci troppo. Ho frequentato il corso, ho preso il primo brevetto e per me è stata un’epifania. Immergermi ed esplorare il mondo sottomarino, vedere pesci meravigliosi mi stava regalando una calma e una tranquillità che non avevo mai sperimentato. Sentivo il controllo di me stesso, come se tutta quell’emotività, che ogni volta avevo avuto la difficoltà a governare, potesse essere guidata. Mi sono appassionato e ho mollato la mia vecchia vita per girare il mondo e fare diving. Alla fine sono diventato un istruttore. La vecchia rabbia raramente riemerge e pian piano ho fatto pace con mia madre, con cui ora, incredibilmente, ho un buon rapporto, più adulto e più maturo”.
Il parere della psicologa“La rinascita di Damiano inizia da un viaggio trasformativo che segna una svolta cruciale nella sua vita. Dopo anni di conflitti interiori e di un legame complesso con la madre, la sua storia si evolve in un percorso di auto-scoperta e liberazione”, commenta la dott.ssa Anna Merolle, psicologa, psicoterapeuta ed esperta in dinamiche di relazione.
“Questo risveglio avviene in un momento di crisi, quando la rivelazione della doppia vita della madre costringe Damiano ad affrontare le emozioni represse e la rabbia che lo hanno accompagnato per anni, portandolo a una profonda introspezione.Il mare, simbolo di tranquillità e profondità, diventa il contesto in cui Damiano ritrova se stesso. Immerso in un ambiente che favorisce la calma e la riflessione, lui sperimenta una connessione con il suo sé autentico, lontano dai condizionamenti materni. Questo processo di immersione non è solo fisico, ma rappresenta una metafora potente per il suo viaggio interiore. Attraverso il diving, Damiano scopre un nuovo modo di gestire le sue emozioni, trasformando la collera in una forza contenuta e l'amore in una forma più sana e matura.
La decisione di diventare istruttore di diving segna non solo un cambiamento professionale, ma anche un distacco significativo dalla figura materna, permettendogli di viaggiare e di esplorare il mondo. Questa scelta riflette una presa di coscienza e un'accettazione di sé che lo liberano dalle catene di un passato conflittuale. Tuttavia, la rinascita di Damiano non si limita alla sua emancipazione personale: essa include anche un riavvicinamento maturo alla madre. Con il tempo e la crescita personale, Damiano inizia a vedere Giovanna non solo come la figura che lo ha deluso, ma come una donna complessa, con le proprie fragilità e desideri.
La loro relazione, ora più equilibrata, permette a Damiano di perdonare e di costruire un legame basato su una comprensione più realistica. La rinascita di Damiano rappresenta quindi non solo la caduta di un vecchio sé, ma anche la costruzione di una nuova identità, capace di abbracciare la vita con serenità e consapevolezza. Allontanandosi dalle sue ferite emotive, Damiano riesce finalmente a guardare al futuro con speranza e determinazione, trasformando il dolore in opportunità di crescita e realizzazione personale. In questo modo, la sua storia diventa un potente esempio di resilienza e capacità di cambiamento, non solo verso sé stesso, ma anche nei confronti delle relazioni che lo circondano”.
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